di Giorgia Cardinale e Letizia Navetta
Nel cuore di un progetto di Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO), svolto dagli alunni del Liceo classico “G. Pantaleo” e Liceo Scientifico “M. Cipolla” di Castelvetrano, gli studenti del Liceo Classico si sono cimentati in una rivisitazione teatrale de “ Le Troiane”, una delle tragedie più potenti di Euripide. L’iniziativa, che ha visto il coinvolgimento delle professoresse Guccione, Mannino, Giancontieri e Ingrassia, è diventata un momento di riflessione e creatività, in cui gli studenti hanno avuto la possibilità di riscrivere e reinterpretare il testo classico alla luce delle problematiche contemporanee.

La performance ha avuto luogo al Baglio Florio, nel parco archeologico nella giornata di domenica 6 Aprile.
La proposta del progetto è partita dal desiderio di esplorare la tragedia greca in modo non convenzionale, cercando di capire come un’opera del passato possa ancora parlare al presente. La scelta de “Le Troiane” non è casuale: il conflitto di Troia, con la sua devastazione e le conseguenze sulle donne, è stato riletto alla luce delle guerre moderne, in particolare il conflitto israelo-palestinese, che ha portato i ragazzi a riflettere sulle vittime innocenti di ogni guerra.
Gli studenti hanno avuto un ruolo attivo nell’elaborazione del copione, che pur mantenendo il nucleo centrale della tragedia originale, ha visto l’integrazione di nuovi elementi, tra cui dialoghi e monologhi che confrontano la guerra e la pace. Il dibattito tra queste due forze è stato il filo conduttore della performance, che ha offerto un punto di vista unico e innovativo sulla tragedia antica.
Nel cuore della rappresentazione, la figura di Ecuba, la regina troiana, è stata al centro di una riflessione sul destino delle donne durante e dopo i conflitti, dando voce a figure come Cassandra e Andromaca, che affrontano la caduta della loro città e la trasformazione in schiave dei vincitori. Il messaggero che annuncia la condanna di Ecuba a diventare preda, vittima e schiava, è stato riproposto con un’intensità che non solo guarda alla tragedia di Troia, ma ci invita a riflettere sulle sofferenze femminili nelle guerre moderne.
Uno degli aspetti più commoventi della rappresentazione è stato il trattamento riservato ad Astianatte, il figlio di Ettore e Andromaca. Il piccolo principe, che nella tragedia greca è destinato a morire, è diventato il simbolo delle vittime innocenti delle guerre. Gli studenti hanno scelto di accentuare la sua figura per sottolineare come i bambini siano le vere vittime, non solo della guerra di Troia, ma di ogni conflitto che segna l’umanità.

La performance si è conclusa con un dibattito tra le voci della guerra e quelle della pace, con i giovani protagonisti che hanno fatto emergere un messaggio forte e chiaro: la necessità di trovare un equilibrio tra questi due poli, di riconoscere l’importanza di porre fine alla violenza e di costruire un mondo più giusto.
Il progetto ha rappresentato un’occasione unica per gli studenti di esplorare la tragedia greca in modo profondo e contemporaneo. Grazie al coinvolgimento attivo nella scrittura del copione, alla riflessione sulle tematiche universali della guerra e della pace e alla preparazione di una performance che ha mescolato teatro, danza e riflessione critica, i ragazzi hanno potuto vivere l’esperienza di sentirsi protagonisti non solo sul palcoscenico, ma anche nel processo creativo.
Questa rivisitazione de “Le Troiane” ha dimostrato come l’arte e la cultura possano essere strumenti potenti per sensibilizzare le nuove generazioni sui temi della giustizia, della pace e dei diritti umani, legando il passato al presente in un dialogo senza tempo.

È bello vedere rivivere le nostre radici nei giovani del futuro.