Conversazioni con Tè 2025: terminato anche l’ultimo appuntamento

Di Francesco Caronna

Non è insolito che i nostri licei ospitino presentazioni di libri e conferenze. Tra le tante il liceo classico Pantaleo annovera la rassegna “Conversazioni con Tè”, non un gioco di parole, ma un’occasione per conoscere un volto diverso della città. A questo proposito è utile porgere l’attenzione sulla didascalia: “Incontri letterari per nutrire l’anima”. L’unico requisito necessario per partecipare, oltre al tempo, è proprio questo: aver fame; un po’ perché durante l’incontro è prevista l’ora del tè, ma soprattutto perché l’anima affamata di autenticità può sostituire, con conversazioni rare e differenti punti di vista, le proposte monotone che, altrimenti, offrirebbe la città. Il termine “conversazioni” non è improprio: è possibile interagire con il relatore, scambiare idee e opinioni, fare incontri fortunati. E quale angolo più suggestivo e raccolto della biblioteca, con tanto di vista su San Domenico e sulla tomba di Carlo d’Aragona?                                                                         

Ogni anno l’iniziativa consta di tre incontri su svariati temi. Riportiamo di seguito la locandina dell’ultima edizione.

L’incontro finale si è tenuto l’undici aprile con l’intervento del professore Giuseppe Libero Bonanno: un compendio dei principali fatti storici della Sicilia alla luce degli autori che ne hanno scritto.

Il primo a occuparsi di storia della Sicilia è stato, verosimilmente Timeo di Tauromenio, o forse di Siracusa. Il luogo di nascita è incerto quanto gli altri dati anagrafici; secondo alcuni, avrebbe avuto una vita assai longeva, come si asseriva spesso in riferimento a filosofi ed altri autori, morendo a quasi 96 anni. Sappiamo di Timeo che fu autore di SIKELIKẮ“, opera andata perduta e avvolta nell’ipotesi, se non grazie a qualche citazione per mano di altri scrittori. Anche Diodoro Siculo scriverà di storia della Sicilia ed è, in parte, merito suo se conosciamo qualcosa in più sull’opera di Timeo.

Dopo ciò, è doveroso porre l’attenzione su storici più recenti, come il Domenicano Tommaso Fazello, a cui va il merito di aver rintracciato l’ubicazione della polis selinuntina, lì dove oggi si trova il parco archeologico; al contrario di quanto si riteneva in precedenza (cioè che Selinunte fosse sorta in precisa corrispondenza con la città di Mazara). Da allora si protrae la questione selinuntina: ma questa Selinunte fa parte del territo di Mazara o di Castelvetrano?  È possibile che Fazello non sia attendibile e che abbia preso una grande cantonata? In realtà il territorio di Selinunte era estesissimo, tanto che è lecito parlare di Chora, oltre che di Polis. Si tratta di un patrimonio immenso di cui possono rivendicare l’appartenenza tutti i comuni della costa, da Mazara a Eraclea Minoa, fino a Salaparuta e Santa Ninfa verso l’interno. Ciascuno di quei luoghi conserva un distretto di Selinunte, un volto unico. Tornando ai nostri storici, Fazello ci parla della collina orientale dell’antico centro nel De rebus siculis decades duae. Nel corso delle sue attività di ricerca, pare che lo storico, dopo aver visto lo scheletro di un elefante nano, si fosse convinto che si trattasse dei resti di un ciclope. Tuttavia, il nostro Fazello rimane un autore degno di credito. Non a caso si è aggiudicato il soprannome di “Livio siciliano”.

Ma egli non è certo l’unico religioso ad occuparsi di storia siciliana; tra gli altri spicca anche il nome di Vito Amico, vissuto nel XVIII secolo, direttore della biblioteca di Catania. Non dimentichiamo poi Francesco Maurolico, Messinese coevo di Fazello, scittore, conoscitore del greco, grammatico, matematico astronomo e ingegnere e, tra i nostri contemporanei, Santi Correnti. Queste sono solo alcune delle personalità più note fra gli storici della Sicilia, a cui si è fatto cenno durante il tè letterario.

Gli studi di storia della Sicilia sono talmente tanti da richiedere una storia della storia della Sicilia. A questo proposito, trova posto, tra il resto, il “Dizionario enciclopedico dei Pensatori e dei Teologi di Sicilia, alla cui stesura ha partecipato lo stesso G.L. Bonanno.    

Non ci si imbatte solo in molti studi, ma Avere a che fare con la storia della Sicilia, significa trovarsi in compagnia di Sicani, Ausoni, Morgeti, Siculi, Achei, Elimi, Fenici, Dori, Ioni, Iberi, Campani, Mamertini, Epiroti, Romani, Ebrei, Vandali, Eruli, Ostrogoti, Bizantini, Armeni, Berberi, Longobardi, Normanni, Svevi, Inglesi, Angioini, Aragonesi, Albanesi, Turchi, Spagnoli, Francesi, Sabaudi, Austriaci, Borbonici, Britannici, Napoletani, Piemontesi, Tunisini, Marocchini, Indiani, Cinesi, Africani.

Questo lungo elenco, che potrebbe essere ampliato, è stato trascritto da una fotocopia originale del professore Bonanno, per dare l’idea di quanti popoli e quante dinastie di sovrani abbiano solcato la terra siciliana solo negli ultimi quattromila anni.

Spero di averti incuriosito, almeno un po’, sugli storici, saltando tra i secoli, dal IV A.C. di Timeo al I di Diodoro, dal XVI di Fazello al XVIII di Amico; o magari sulle controversie per aggiudicarsi la territorialità di Selinunte o sulle innumerevoli etnie che gira gira hanno finito per incontrarsi sull’isola.

In quella stessa atmosfera amichevole, mi auguro di tornare a conversare di nuovo, con relatori e docenti, con te che leggi.

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