Film: Lezioni senza libri

Educare, tirar fuori il meglio: una sfida per studenti e docenti

Di Ilary Certa

Tra battute inaspettate e chiassose risate, la proiezione del film The Holdovers– Lezioni di vita” (2023), di Alexander Payne, proposta ad alcuni studenti del Liceo Classico qualche settimana fa, oltre a concedere una pausa dall’ordinario svolgimento delle lezioni, è stata un’occasione per osservare la realtà scolastica da una prospettiva diversa, lasciando emergere il lato più umano di un mondo fatto non solo di verifiche e interrogazioni, ma anche di ascolto e comprensione.

Ma, per capire di cosa stiamo parlando, occorre ripercorrere brevemente la trama.  (Tranquilli, NIENTE SPOILER)

In un liceo statunitense degli anni Settanta, durante le vacanze natalizie, tutti gli studenti lasciano l’edificio per trascorrere le festività con i propri cari. L’unico studente che resta a scuola, a causa di un ingiusto cambio di programma, è Angus, in compagnia della cuoca della mensa, Mary, segnata da un recente lutto, e del professore più odiato di tutto il corpo docente, che ha il compito di sorvegliarlo. Insomma, i protagonisti sono: un adolescente impulsivo, che avrebbe solo bisogno di essere amato, una madre affranta dalla perdita del figlio, ed un uomo burbero e misantropo, a cui non resta nulla al di fuori del proprio lavoro.

Le giornate che si prospettano? Noiose e tristi. Ma aspettate, non saltate a conclusioni affrettate! Abbiate pazienza e tutto vi sarà più chiaro. 

Non è un caso che “Holdovers” significhi “residui”: i protagonisti sono isolati, si sentono messi da parte, scartati, puniti dalla vita stessa, per cui soffrono e ne provano vergogna. Eppure, nell’inattesa condivisione di tempo, raccontandosi ed ascoltandosi, riescono ad andare oltre questo profondo senso di solitudine, tenendosi piacevolmente compagnia a vicenda. Tra peripezie e rivelazioni, persino Angus ed il professore scoprono che, al di là della loro apparente inconciliabilità, si nascondono alcune affinità. Il ragazzo riconosce di aver attribuito al docente dei pregiudizi infondati, mentre, l’insegnante si rende conto di dover cambiare il suo modo di approcciarsi, in particolare con i suoi alunni, perché solo così sarà possibile instaurare con i ragazzi un rapporto tale da rendere più interessante lo studio, più completo l’apprendimento, più appagante il proprio mestiere.

Come i due protagonisti sono riusciti a comprendersi con EMPATIA e RISPETTO, alla stessa maniera, anche con quel professore, che sembra troppo severo, o con quello studente, che sembra non voler imparare, può esserci un punto d’incontro, che permetta ad entrambi di lavorare insieme al meglio, di imparare insieme, di crescere insieme.                                                                

In conclusione, invito tutti, ma soprattutto gli studenti ed i professori che non ne hanno avuto l’occasione, alla visione di questo film, perché, mescolando il serio ed il faceto, combinando la risata, che rende ameno l’ascolto, con la serietà, che lo trasforma in una lezione di vita, esso può diventare il punto di partenza per delle riflessioni fruttuose, attraverso le quali cementare i rapporti non solo scolastici, ma soprattutto umani.

1 commento su “Film: Lezioni senza libri”

  1. Ottimo articolo e ottima recensione
    Fa piacere quando le attività proposte dalla scuola lasciano il segno in voi ragazzi

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