Di Bono Helena e Caronna Francesco
In un mondo fortemente influenzato dalla πράξις (Pràxis), pratico, frenetico ed “attrezzato”, dobbiamo batterci con tenacia per ricordare ed affermare l’importanza del λόγος (Lògos), la PAROLA. Il linguaggio, la prima forma di comunicazione, si pone come principio e causa della nostra natura, in quanto “esseri razionali e sociali”. Qual è la sua esplicazione pratica? La γραφία (Grafìa), la SCRITTURA. Un uso consapevole del linguaggio e della sua espressione su carta distingue l’uomo dalle altre bestie; educa e civilizza l’umanità, influenza la coscienza collettiva. La scrittura, da sempre, è parte integrante delle nostre vite. Ma, oggi più che mai, il suo ruolo, spesso messo in discussione, esige onore e merito. In un pianeta contaminato dall’odio, dai conflitti e dal conseguente smarrimento di alcuni fondamenti del concetto di “Humanitas”, far sentire la propria voce non è mai scontato. É un atto di coraggio, di protesta, di senso del dovere. Promuovere uno sviluppo collettivo dell’opinione, come ragione -e reazione- critica, diventa dunque fondamentale. A tal proposito il giornalismo si configura come un mezzo efficace, un’arma contro l’ignoranza, ancor di più se affidato ai giovani, speranzosi ed affamati di futuro; agli studenti, che, giorno dopo giorno, si impegnano attivamente, attraverso lo studio, nella società contemporanea, lottando per ricavare quegli strumenti che li renderanno CITTADINI, ma prima di tutto, UOMINI del domani. Bisogna incoraggiare dunque i ragazzi -nostri coetanei- a farsi portatori di questo impegno, a difendere la parola, a scrivere con passione e dedizione. Come disse Cicerone, “la scrittura è il deposito della nostra civiltà”.
D’altra parte, il giornalismo non è un premio di “scrittura creativa”; niente fronzoli e merlettature. É necessario ripristinare un’etica dimenticata. “Fare giornalismo” significa rompere con le lusinghe e le adulazioni della politica e del denaro; è sinonimo di “comunicare la verità”. Quale verità? Per dirla alla Camilleri, la “vira virità”: oggettiva e imparziale…TEMUTA e, quindi, determinante. Questo è il proposito del Giornale scolastico: INFORMARE. Abbandoniamoci dunque alla CURIOSITAS, quell’istinto che nasce dal desiderio di sapere qualcosa. Si tenga bene a mente il ruolo che la conoscenza e la presa di coscienza hanno -ed hanno sempre avuto- all’interno della società, della comunità. Si abbia certezza di quanto sia produttivo venire a contatto, attraverso l’informazione, con eventi e faccende che, da un lato, ci aiutano ad ampliare i nostri orizzonti, permettendoci l’assaggio della NOVITA’ –e la necessaria presa di posizione al riguardo-; e, dall’altro, ci insegnano quanto in comune abbiamo -o possiamo avere- con GLI ALTRI, e come, in quanto UOMINI, sia importante ricercare, nella vita, tale comunanza di interessi.
Una tassa sul giornale (Stamp Act,1765), principale fonte di informazione e discussione nel periodo illuministico, fu una delle maggiori concause che diedero l’abbrivio alla Guerra di Indipendenza Americana: i coloni americani, vedendo intaccata la propria libertà –soprattutto sul piano strettamente personale-, non accettarono di aver precluso, seppur da una potenza egemone come quella Britannica, l’opportunità ed il DIRITTO DI TENERSI INFORMATI, attraverso il duplice atto di scrivere e leggere i testi di divulgazione culturale, garanti di libero pensiero e libera espressione.