Il Jazz: “vivere il momento”

Di Sabrina Contini

Istituita nel 2011, a seguito di un’idea del pianista Herbie Hancock, la Giornata Internazionale del Jazz si celebra ogni anno il 30 aprile, allo scopo di ribadire la sua importanza e il suo ruolo diplomatico “nell’unire le persone di tutti gli angoli del globo“.

Non esiste una definizione universalmente valida del jazz, ma “musica del momento” è quella che gli si avvicina di più. Spesso i musicisti si discostano dallo spartito, improvvisano e suonano ciò che sentono al momento. L‘improvvisazione è dunque la caratteristica più importante di questo genere musicale. Non si tratta solo di suonare “a caso”, ma di costruire qualcosa di nuovo, in tempo reale, partendo da una melodia, da un accordo, da un’emozione. Ogni performance jazz è unica, perché ogni volta i musicisti rispondono l’uno all’altro come in una conversazione: si ascoltano, si provocano, si ispirano. Charlie Parker diceva che. per improvvisare, devi “prima imparare tutto, poi dimenticarlo”. È proprio così: dietro un assolo c’è tecnica, studio, ma anche istinto. E quando tutto si allinea succede qualcosa di irripetibile.

Ma dove e quando è nato il jazz? Intorno al 1915, a New Orleans, il jazz era inizialmente una fusione tra il blues degli schiavi afroamericani nel Sud degli USA e le varie influenze nazionali degli immigrati europei. Un paio di anni dopo, nel 1917, un gruppo di eccentrici musicisti bianchi “L’Original Dixieland jazz band” registrò quello che è considerato il primo disco jazz. Questi sono gli anni in cui molti musicisti decidono di lasciare New Orleans per trasferirsi a Chicago, dove venivano offerti guadagni migliori.

Spesso si pensa al jazz come a qualcosa di “antico”, relegato ai dischi in vinile o ai film in bianco e nero, ma non è così remoto come si pensa. Oggi lo trovi mescolato al soul, al funk, all’elettronica, lo suonano giovani musicisti che crescono ascoltando hip-hop. Il jazz non è una reliquia, ma un linguaggio aperto, che riesce a parlare ogni volta una lingua nuova.

Quando si parla di jazz, si pensa subito a suoni caldi, improvvisazione e passione. Il film Soul della Disney-Pixar riesce a catturare tutto questo, trasformando la musica in un vero e proprio viaggio interiore. Esso non è solo un’avventura animata: è un omaggio poetico al jazz e al significato della vita. Joe Gardner, insegnante di musica e aspirante pianista jazz, incarna la passione per una musica fatta di anima, improvvisazione e libertà. Perché come egli stesso racconta: “Il jazz è improvvisazione. È una conversazione. È vivere il momento.”

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